sabato 14 giugno 2014

L'uva spina



Sono ormai troppo vecchia per la moda dei selfie, questi scatti che riprendono il proprietario del cellulare in situazioni comiche, divertenti o straordinarie, da condividere con il villaggio globale. Condividere? Non è piuttosto un "guarda dove mi trovo, come e con chi mi diverto ... e tu, che mi guardi, non ci sei. Altrimenti saresti sulla foto!"

Io lancio la moda dei greenie, gli scatti del giardiniere dilettante! Peccato che il mio telefono non lo permette, ma vorrei scattare foto delle mie avventure in giardino.

S arebbe bello farti vedere la mia faccia gioiosa quando alle nove di un sabato mattino sono tra ribes e uva spina a raccogliere la frutta matura. Nemmeno le zanzare vogliono volare attorno a me per succhiare un po' del mio sangue, così caldo fa già. 

Vedresti una signora di mezza età, bionda con pantaloncini macchiati di succo rosso (ribes!), tutta rossa in faccia con capelli biondi, pettinati male e pieni di ramoscelli e foglie come se fosse la fata del giardino!

Ai suoi piedi, infilati in stivali di gomma, vedresti la cesta per la frutta raccolta. Ti farei ridere nei miei tentativi di non farmi pungere mentre taglio i rami. L'uva spina, come dice il suo nome, ha delle spine e tende a produrre rami bassi e ne puoi essere certo che qualche ramo ti prende e ti graffia.  Ai suoi rami lunghi e sottili si alternano spine lunghe anche un centimetro e i frutti dolci, dalla buccia aspra. I frutti servono per appesantire il ramo su cui crescono. La forza di gravità poi fa toccare terra il ramo e con un po' di fortuna riesce a mettere radici e la nuova pianta di uva spina è nata.
 
Il raccolto, quest'anno, è abbondante. Oggi ho riempito la cesta e sembrano attorno ai due chili di frutta. Siccome non mangiamo la marmellata, ho pulito i frutti e li ho messi in congelatore.
Domani mattina prendo la pianticella con le radici sottili e le trovo un posticino in giardino.


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